Diaframmatura interna in uno Schmitd Cassegrain
Febbraio 2005
Un ben noto problema dello schema Schmitd Cassegrain e' la sofferenza che questo mostra alle luci parassite che raggiungono il piano focale e concorrono a diminuire il contrasto generale. Considerando che gia' il contrasto in uno SCT e' quel che e' per via dell'ostruzione centrale non esattamente esigua... e' facile concludere che nulla dovrebbe essere lasciato intentato per ovviare all'inconveniente.

Gia' da diversi anni i russi per primi ci hanno abituato a diaframmi montati lungo i tubi ottici del loro MakNewt e Mak, non si vede come mai queste soluzioni non vengano implementate anche nei ben piu' diffusi SCT. In realta' ero un po' scettico su questi orpelli e spesso mi sono chiesto se non si trattasse solo di una trovata pubblicitaria dato che in effetti da vedere sono molto accattivanti...

Dopo una conversazione col caro Pier Salimbeni e una passeggiata nel sito del buon Giorgio Mengoli (che non conosco personalmente), spesso fonte di ottime idee, mi sono lasciato convincere e ho effettuato il montaggio dei diaframmi sul mio nuovo tubo ottico Meade 10" UHTC, montato sulla solita EQ6.

Ecco le fasi dell'operazione che e' consigliabile compiere in due (grazie Rossella...).

Si svitano le viti a brugola (passo USA) che tengono ferma la lastra correttrice attraverso una ghiera in plastica. Una volta rimossa la ghiera in plastica bisogna cercare lungo la lastra la tacca di accordatura mostrata in foto. La tacca indica il punto di miglior resa tra lo specchio e la lastra. In fase di riassemblaggio si dovra' far coincidere nuovamente le due tacche, pena uno scadimento della resa. Qualora una tacca non vi sia, FATELA VOI.

Per rimovere la lastra e' sufficiente afferrarla saldamente per la sporgenza del secondario e sollevarla. Non e' molto leggera, ma ci si riesce. Se non dovesse uscire dalla sede si puo' far leva sul bordo ma solo con uno strumento di plastica. NON usate leve di metallo come cacciaviti o coltelli che rischierebbero di scheggiare la lastra. Notate che tra la lastra e il tubo ottico ci sono diversi pezzettini di sughero che servono a tenere la lastra distanziata dal tubo metallico. Se dovessero saltar via riposizionateli. La lastra e' molto spessa nei modelli UHTC, non ricordo un simile spessore nei modelli di qualche anno fa ma potrei sbagliarmi. Inutile dire che sarebbe il caso di NON toccarla con le dita. Mi sono chiesto se potrebbe avere senso annerirne il bordo come si fa con gli oculari... aspetto che qualcuno mi dica cosa ne pensa.

Aperto il tubo ottico si procede a rivestirlo internamente con una carta adesiva facilmente reperibile nei negozi di bricolage. L'aspetto e' quello del velluto raso ma a differenza di questo, il nostro materiale non perde peli... fatto non trascurabile. Gli americani la chiamano Flock Paper, io e Salimbeni in uno scambio mail l'abbiamo ribattezzata "carta pelo"....
Vi sconsiglio di tentare l'impresa di incollare un solo pezzo di carta pelo... fate piuttosto delle strisce e attaccatele una alla volta, la probabilita' di bolle d'aria, grinze o macelli vari sara' sicuramente inferiore. In ogni caso STATE ATTENTI a non toccare lo specchio con la parte adesiva perche' non riuscirete MAI piu' a togliere la colla dallo specchio. Consiglio dell'amico Dave Bowman: arretrate lo specchio il piu' possibile ed eventualmente ricopritelo con un pezzo di cartone ritagliato in modo da proteggerlo (consigli arrivati DOPO che avevo gia' fatto il lavoro purtroppo!). Nella foto qui sotto e' visibile la differenza tra una zona ricoperta (freccia gialla) e una non ancora ricoperta (freccia rossa) in termini di luce riflessa, giudicate voi...

Terminato il rivestimento con la carta pelo si passa ad applicare i diaframmi. A dire il vero gli americano si fermano qui. I diaframmi non li mettono pero', visto che costa poco... che il telescopio e' comunque gia' aperto e che male di sicuro non fanno... nel dubbio noi italiani ce li mettiamo...
Questi diaframmi sono realizzati con una guarnizione industriale adesiva repreibile nei negozi di gomma ben forniti. Alcuni la chiamano "pivilene", altri "pvc", altri semplicemente "gomma"... La cosa migliore e' andare in negozio e spulciare, dato che il materiale e' irrilevante, dovendo il diaframma svolgere solo una funzione di blocco meccanico della luce.

Terminata l'applicazione dei diaframmi si richiude tutto. Qui sotto il risultato finale (si vedono bene i distanziatori giallastri in sughero della lastra)

Ultimo tocco... il paraluce, costruito in materiale plastico alveolato, anch'esso reperibile presso i centri di bricolage, rivestito di carta pelo e diaframmato pure lui.

Funziona? Beh... detto molto onestamente... e chi lo sa? Non c'e' modo di fare una prova "prima & dopo" e quindi si possono fare solo delle illazioni. A tutti SEMBRA che serva. Anche a me e' sembrato cosi'. Pero' per esperienza NON mi fido della memoria e quindi quel che posso dire e' che nel dubbio conviene farlo perche' sicuramente male non fa!