Prove di Telescopi
Newton Zen 250mm F1500

Comprate le ottiche di occasione, questo e' stato il primo strumento a darmi delle soddisfazioni anche sul profondo cielo. L'intubazione delle ottiche e' variato diverse volte nel corso di un anno, passando dalla configurazione Dobson a sezione quadra a quella Dobson aperto a sezione circolare per finire intubato in cartone. Non intendo spiegare qui come si costruisce un Dobson quindi vi rimando ai numerosi siti per autocostruttori. L'ottica da 250mm ha una spalla da 55mm, questo la rende drammaticamente pesante (5kg) ma praticamente totalmente esente da problemi di tensioni superficiali di ogni natura.

Per questo motivo lo specchio primario e' finito in una cella a soli tre punti di appoggio, soluzione impensabile con gli specchi normalmente in circolazione da 20mm. Il secondario, a dire il vero un po' sovradimensionato, da 60mm di asse minore e' sospeso con un sitema a tre razze in piattina di alluminio. Gli spike sono visibili solo sulle stelle di prima magnitudine, non e' invece osservabile la macchia nera centrale anche a bassi ingrandimenti. La lavorazione dichiarata dal costruttore e' di 1/20 lambda e non stento a crederlo perche' se le ottiche vengono allineate con estrema cura (punto dolente di ogni intubazione amatoriale) le stelle risultano davvero di dimensioni ridotte, con pochissima luce diffusa intorno, niente a che vedere con specchi commerciali ma nemmeno niente a che vedere comunque con un rifrattore...
Nessuna esperienza fotografica e' stata effettuata con queste ottiche per ragioni di montatura, la mia Vixen GP-DX non e' in alcun modo in grado di sostenere uno strumento del genere, vuoi per il peso (se volessi usarlo in fotografia dovrei intubarlo in lamiera e probabilmente arriveremmo sui 15, 17 kg) vuoi per le dimensioni (1,5mt).

Visuale

Diciamo che tra un 20cm e un 25 c'e' come tra i 14 e i 20 anni. Poca differenza numerica ma un abisso in termini pratici. Gli oggetti piu' conosciuti e piu' luminosi diventano veri spettacoli, gli ammassi globulari pricipali si risolvono in stelle, M13 nitido fino al centro mostra diverse stelle quasi in primo piano, chiaramente piu' luminose delle altre, M42 esplode in veli confermandosi come l'unico oggetto la cui visione ricorda con evidenza la sua fotografia. Le galassie risultano piacevoli fino ad una magnitudine superficiale (non magnitudine visuale) di 10a massimo 11a. Per fare qualche esempio, M82 mostra il pennacchio in mezzo, M51 i due dischi piuttosto grossi e irregolari, M64 la zona scura e M104 la riga di polvere senza sforzo. NGC891, oggetto piuttosto impegnativo e oltre le capacita' di questo strumento mostra la sua banda equatoriale solo in condizioni di cielo davvero terso. Il diametro permette tranquillamente l'uso di un filtro OIII, che sconsiglio invece vivamente sulle ottiche da 20cm. Lo strumento in questa configurazione mostra il Velo, Laguna, la Trifida, M17 e 16 con intricate strutture filamentose e chiaramente le zone chiare dell'area intorno a gamma Cygni tanto per citare le nebulose principali. Non sono riuscito a vedere mai la Testa di Cavallo nemmeno con un filtro Hbeta, ma devo aggiungere che l'unica volta in vita mia che ci sono riuscito ero a 1000mt e avevo per le mani un 42 cm... sempre per ribadire che l'unica cosa che conta qui sono i centrimetri. Luna e pianeti sono il vero punto di forza di un ottica che presenta una cosi' fine lavorazione. Sulla Luna ingrandimenti fino a 250, 270x sono possibili (per intenderci, per me un ingrandimento e' possibile quando vedo meglio, non quando continua a passare luce. Vedo sulle riviste alcune prove di strumenti da qualche milione in cui parlano di ingrandimenti a 3, 4 e anche 500x! BUM! 400x li faccio ma con un taka FS128 che non costa QUALCHE milione) senza problemi, la capacita' di risoluzione dello strumento e' abbondantemente al di sopra del seeing medio delle nostre regioni. Poi se volete che vi dica che puo' fare anche 500x omettendo che ci sono riuscito solo 2 volte in tre anni... come preferite... La Luna rimane abbagliante anche a 200x. Su Giove e Saturno finalmente si vede di tutto, la macchia rossa si stacca completamente dalla SEB, gli ovali, almeno quelli piu' grossi diventano discernibili e cosi' i pennacchi. Saturno in condizioni di calma atmosferica a 300x ( a dire il vero un po' troppi ma... non avevo altri oculari...) mostra la divisione di Cassini come una evidente banda scura e ovviamente l'anello velo oltre che una vaga irregolarita' in corrispondenza della divisione di Hencke. Marte mostra i soliti dettagli ma neanche con questo strumento ho avuto modo di effettuare osservazioni prolungate sul quarto pianeta. La luminosita' data dai 250mm permette l'uso di filtri colorati che in determinate siutazioni effettivamente aiutano la visione di certi particolari.

Le stelle doppie godono della grande raccolta di luce e del potere separatore intrinseco del diametro anche se non regalano le emozioni di cui e' capace un rifrattore. Per citare la stessa stella menzionata nelle considerazioni sul Vixen NA120 diremo che Struve 326 Ari (una doppia da mag 7.6 e mag 9.8 sep. 5.9 arcsec) e' uno scherzo sebbene la luminosita' della primaria offuschi un poco la secondaria debole per via della luce inevitabilmente diffusa dallo specchio.

Problemi

Il peso. Tutta la produzione ottica Zen parte dal presupposto che voi abbiate un osservatorio o un facchino.

Morale

Meno di 250mm in astronomia non servono a nulla.

Come sono soliti chiosare gli americani: "comprate lo strumento piu' grosso che potete permettervi, lasciate perdere la qualita', comprate centimetri" e io aggiungo: 100mm di apocromatica precisione non vi mostreranno MAI la nebulosa Aquila dentro a M16, cosa che fara' invece senza grosse difficolta' un pessimo 35cm lavorato male e allineato peggio. Provate, come ho fatto io, per crederci.