Prove di Telescopi
Skymaster CT 150

by C. Cammoranesi


Lo skymaster ct 150 è un newton da 150mm e 1400 di focale di costruzione cinese prodotto tra la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000.

Caratteristica più rilevante dello schema è un doppietto negativo, posto nel focheggiatore che permette di raddoppiare circa la focale dello strumento mantenendo le dimensioni esterne del tubo ottico assai contenute. Lo strumento operativo pesa circa 18 kg.

Il telescopio viene fornito completo di due oculari, cercatore 6x30 e baule per trasporto al prezzo di circa 450€

Ad un primo contatto non si direbbe di avere a che fare con una produzione cinese bensì ad una nipponica sebbene un’attenta analisi ne confermi la provenienza.

Il tubo è leggero, molto leggero e ben realizzato, pollice verso per gli spikes che sorreggono il secondario davvero spessi e irregolari, l’interno del tubo è ben annerito e lo specchio primario dotato di un’ottima riflettività, il focheggiatore morbido e regolare presenta un piccolo gioco poco piacevole ma che in sostanza non ne compromette l’utilizzo.

La montatura è paragonabile ad una eq2, piccola in relazione all’ottica e traballante, più adatta ad un piccolo rifrattore non oltre i 60mm piuttosto che ad un riflettore da 150mm, nel complesso i moti sono risultati meravigliosamente fluidi al pari di una Gp e le scale graduate realizzate decentemente, cerchi incisi e non disegnati per capirci. I moti micrometrici serrati da un pratico comando a vite risultano indispensabili nell’utilizzo ed il back lash degli assi è quasi inesistente, non male per una montatura molto economica.

Il treppiede in alluminio svolge il suo compito egregiamente a meno che non lo si carichi indecentemente, anche se a quel punto cederebbe prima la piccola equatoriale.

Nel complesso uno strumento molto economico ma ben realizzato a quanto pare.

Vera chicca il baule rigido ed imbottito che permette di stivare l’intero telescopio.

Prova su campo 12/12/2003

Seeing: agitato, 3

Trasparenza: ottima

Temperatura: 8 gradi

Coma mia consuetudine ho montato lo strumento e sono salito in terrazza dopo un paio d’ore per effettuare una prova quanto meno indicativa.

Premetto che da sempre sono un amante delle lenti e un po’ allergico agli specchi, in ogni caso mi sono lasciato alle spalle i miei preconcetti e ho iniziato a lavorare.

Lo strumento è apparso assolutamente scollimato non permettendomi di trovare il fuoco sulla luna anche con un plossl da 26mm.

Fase 2, collimazione.

Facendo star hopping mi sono soffermato su Capella per collimare l’ottica.

Dapprima agendo sul principale per poi passare al secondario mi sono accorto immediatamente che lo specchio soffriva di alcuni difetti ottici, coma accentuato, aberrazione sferica ed astigmatismo, insomma una vera chiavica!

Per di più la collimazione perfetta era impossibile da trovare visto il repentino spostamento della stella nell’oculare inseguita a mano.

In ogni caso dopo una decina di minuti e svariati tentativi ho raggiunto una collimazione soddisfacente o quasi.

Ho quindi riportato la mia attenzione nuovamente sulla luna.

Questa volta sempre col mio ottimo plossl da 26mm sono riuscito a migliorare la situazione ed osservare discretamente le formazioni lunari, la turbolenza ha sempre disturbato fortemente le osservazioni anche se ho preso subito coscienza che la colpa maggiore non era da imputare al seeing ma al cassone bianco!

Fuoco perfetto mai raggiunto, immagini sempre fumose mi si sono presentate nell’oculare, per di più quando al centro del campo l’immagine era guardabile ma non bella, il bordo della luna era letteralmente impastato e più volte sdoppiato.

Che schifo ho pensato, adesso lo butto di sotto.

Forzando l’ingrandimento si avvertiva un’ulteriore scadimento dell’immagine, con un UWA da 6.7 oculare ottimo in senso assoluto, venivano ulteriormente amplificati i difetti dello specchio ed iniziava a far bella mostra un alone di colore bluastro e giallognolo sul nostro satellite, colpa di sicuro del correttore.

Tutto sommato l’immagine era abbastanza luminosa da poter essere ancora guardata, non più di qualche secondo……però!!!

Passando alle stelle che dire, tante belle comete in cielo, a tratti il disco di airy faceva capolino, ma gli anelli di diffrazione, un’infinità, non rendevano giustizia ad un’immagine stellare.

Saturno, come non puntarlo?

Eccolo, nel plossl da 26mm, accidenti, per un attimo ho creduto di aver cambiato telescopio, l’immagine non era poi così male anello ben definito, contornato da satelliti ma troppo piccolo per notare dettagli, incoraggiato dalla visione passo al 6.7mm, poco più di 200 ingrandimenti, l’immagine scade rapidamente ma dopo un paio di tentativi a vuoto trovo un fuoco soddisfacente, la cassini si intuisce a tratti, mai distintamente, devi sapere che esiste e dove si trova per intuirla, altro non c’è.

M 42 tappa fissa, nonostante la luna rischiarasse per benino, il grande pipistrello era lì nell’oculare accompagnata dal suo trapezio, per la verità triangolo….la quarta che fine aveva fatto? Risucchiata da un buco nero mi suggeriva piangendo lo Skymaster sotto accusa!

Basta non ne posso più, fatemi tornare a casa al calduccio, ne valesse almeno la pena di stare fuori con quest’umidità……

Conclusioni:

uno strumento assai deludente, otticamente pessimo, girare con l’etx da 90mm in confronto è come viaggiare in ferrari. Certo, il seeing avrà avuto le sue colpe ma se questo strumento capitasse nelle mani di un appassionato alle prime armi credo stroncherebbe sul nascere qualsiasi entusiasmo.

Fortemente sconsigliato.

Voto 3,5 (a stare larghi)

P.S

L’unico telescopio che a mente ricordi si sia comportato peggio, L’Antares Marte, mi giungono voci che stiano ancora dando la caccia al produttore!!