Prove di Telescopi
INTES MICRO Mak MK67

prova di Damiano Soffiatti

L’intes mk67 è uno telescopio in configurazione Maksutov cassegrain di fabbricazione russa con un diametro di 150mm ed una focale di 1800 mm ; il tutto in un tubo di appena 45 cm di lunghezza per un peso di 4,5kg.Capite che si ha a che fare con uno strumento di una compattezza unica, in grado di essere montato su montature economiche senza pretese . Visualmente parlando, l’ho sempre utilizzato sulla Vixen GP senza alcun problema di vibrazioni anche lavorando a 250x ed oltre. Il focheggiatore è di tipo crayford, altro punto di forza in quanto permette una messa a fuoco precisa senza scatti. Tramite una piccola vite si può rendere più o meno fluido il movimento a seconda della pesantezza degli oculari innestati. Malgrado ciò lo snap test non è dei migliori e trovare il fuoco a volte non è immediato. Questo Intes, e sottolineo " questo", mi è stato venduto con una dichiarazione della lavorazione delle ottiche 1/6-1/7 lambda scritta però a "manoni" dal rivenditore, ma al lato pratico indipendentemente da questi valori il telescopio risente sensibilmente delle condizioni del seeing forse per una ostruzione a 0.35 non propio bassissima. Questo problema si evidenzia soprattutto durante i mesi invernali con le temperature più rigide dove tra l’altro occorre molto tempo per adattarsi nonostante le contenute dimensioni. Si avverte anche una leggera tensione che non permette la puntiformità completa delle stelle al fuoco. Questo difetto ha fatto si che non sia mai riuscito a sfruttarlo al limite dei 0.8 sulle doppie strette .Da gennaio l’ ho confrontato spesso col Takahashi FS102 con in mente il ricordo delle impressioni d’uso che su molti siti lo paragonavano ad un apo da 4". Beh il Taka in tutto l’inverno gli ha dato la paga!!! Negli ultimi mesi però con un seeing e temperature più favorevoli, l’MK67 ha fatto valere i suoi 50mm in più ed in particolar modo sulla luna si vedevano dettagli più minuti dell’ordine dei 2km, 4-5 crateri in Ptotelmaus ,2-3 in Plato , la rima Alphonsus anche in luce non radente fino a percepire craterini come Armostrong, Aldrin e Collins. Sui pianeti invece i dettagli erano i medesimi ad esempio su Giove si vedevano chiaramente le bande SEB,NEB, NTB , STB e la macchia rossa .Su Saturno si scorgeva la Cassini su tutto l’anello, l’anello interno le sfumature all’equatore, ma mentre col Taka l’immagine era sempre incisa con l’MK67 era un pelino più velata specialmente per Giove. Occorre comunque avere un parco d’oculari di buone prestazioni e aver allenato il sistema occhio-cervello, altrimenti ve le scordate quelle descrizioni decantate da riviste e non, scritte però da chi ci osserva almeno 150 notti all’anno ,Mi ricordo come fosse ieri durante l’ultima opposizione marziana appena osservai il pianeta per la prima volta pensai:.:"Cavolo tutto qua!!..Un pallino arancione con una calottina bianca!!"… e poco importava se in quel momento le stelle brillavano allo zenit come dei fari. Dopo un mese di osservazione già alla prima occhiata comparivano diversi dettagli. Una volta disegnati li confrontavo con quelli inseriti nei newsgroup ed in pratica erano gli stessi presenti in telescopi da 200mm In conclusione a parer mio questo strumento lo consiglio sicuramente a quegli appassionati che godono di un cielo dal seeing ragionevole, a chi non può per molteplici ragioni permettersi un apo da 4" ben più costoso ma vuole comunque qualcosa di valido su luna e pianeti senza però pretendere dalle doppie le immagine di un apo e per finire per quegli astrofili in pantofole che non vogliono sbattersi a muovere tuboni da un metro in su imperniati a montature da pesi record sui balconi dalle metrature cittadine..

2 paroline sul profondo cielo visto da Bologna. Che dire :per me uno che in un centro più o meno illuminato si tiene in casa tele da 250mm in su e' paragonabile al cittadino di pianura che si tiene il mega gippone quando nella sua citta’ nevica 5 giorni all’anno.Questo per dire che questo 150mm fa decorosamente il suo lavoro nel discernere in stelle gli ammassi e nello scoprire le nebulose senza diventare matti a roteare la pupilla nell’oculare. Io avevo un panoptic Televue da 22mm e credetemi che le solite M42,M13,M21,M22,M28 non erano niente male considerata la luce della città.