Prove di Telescopi
GEOPTIK Newton 200mm

INTRODUZIONE

Geoptik è un marchio abbastanza recente nel panorama dei telescopi amatoriali; un delle sue caratteristiche è che commercializza strumenti completamente costruiti in Europa. Più precisamente si trattano di telescopi riflettori tipo Newton di vari diametri (da 150mm a 300mm) installati su montatura Dobson oppure sono tubo ottico. Il modello testato è il Dobson 200 Pro.

ASPETTO ESTERNO

Il tubo ha decisamente un bell’aspetto. Inutile dire che la prima cosa che svetta è il colore rosso intenso (che ricorda una Ferrari…) visto che la stragrande maggioranza dei telescopi utilizza colori poco appariscenti con le dovute eccezioni. Segue a ruota il dispositivo di messa a fuoco che – a dispetto della filosofia del dobsoniano – appare decisamente più complicato del solito; solo la montatura rimane nei ranghi.

Maneggiando questo strumento ci si accorge che è dotato di rara robustezza: il tubo ricorda molto alcuni strumenti russi, è in alluminio spesso 3 mm! Battendolo con le nocche fa un suono talmente cupo da sembrare pieno! Sulla culatta vi è una presa d’aria tonda circondata da un supporto in velcro il quale serve per sostenere una ventola aggiuntiva (fornita di serie nell’allestimento “Pro”) per velocizzare il cool-down.

A corredo con lo strumento vi è (udite udite!!) il certificato di qualità ottica, il cercatore che , a seconda dell’allestimento scelto, è disponibile in vari diametri. Nel nostro caso avevamo un 8x40 con visione a 90°. L’oculare in dotazione è un Apo zoom 7..21mm, una scelta che si rivelerà poco azzeccata.

OTTICA

L’ottica del Geoptik è in classica configurazione Newton, ossia obiettivo parabolico e secondario ellittico che devia il percorso ottico a lato del tubo. La Casa dichiara nientemeno che vetro BK7 per le ottiche ed una lavorazione pari o superiore a 1/8 PTV garantita da certificato di qualità.

Lo specchio primario ha un diametro di 200mm e una focale di 1200mm (f/6).

Molto bello e curato lo spider di sostegno dello specchio secondario, con lamine apparentemente più sottili di mezzo millimetro e ben annerite. Lo specchio secondario ha un asse minore da 44mm, decisamente poco invasivo victo che - calcoli alla mano – presenta un rapporto di ostruzione prossimo a 0.22 misurato sul diametro, un valore da strumento planetario. Ottimo è anche l’annerimento dell’interno del tubo mentre pare che sia stato trascurato l’annerimento di alcune parti interne del tubo di messa a fuoco.

Tutti gli elementi ottici sono collimabili; ottimo il sistema push-pull della cella del primario le cui viti presentano sia la zigrinatura per l’azionamento a mano che il “taglio” per il cacciavite, un dettaglio da 2 soldi ma che migliora la vita!

La messa a fuoco, da 2” con riduttore per oculari da 31.75mm, è del tipo a retrazione per le fasi preliminari di fuocheggiatura e dotato di comando a elicoide per la messa a fuoco fine.

MONTATURA

Lo strumento è installato su una montatura altazimutale di tipo Dobson realizzata interamente in legno e ben verniciata. I supporti sono di tipo radente; eccellente la scorrevolezza dell’asse verticale, un po’ meno l’azimut, troppo duro. Pregevole l’accorgimento di bilanciamento del tubo che consiste nell’asolatura ricavata nella parte interna dei supporti in alluminio dell’asse verticale; la corsa utile è intorno ai 6cm e permette di bilanciare il tubo (smollando le viti di ritegno e facendolo scorrere) qualora si utilizzasse un pesante oculare da 2”. Se le viti di ritegno fossero state del tipo a galletto darebbe stato ottimo in quanto si faceva a meno di portarsi appresso un chiave.

Comodo il portaoculari con 3 alloggiamenti da 31,75mm e uno da 50.8mm, installato sul fianco destro della forcella

LA PROVA IN SINTESI

Star test

Aberrazione sferica: Assente

Aberrazione cromatica: Assente

Coma: Di bassa entità ma avvertibile

Tensioni: Assenti

Astigmatismo: Assente

Lo star test è stato eseguito osservando alcune stelle a 240x (oculare PL 5mm) e se il buongiorno si vede dal mattino abbiamo a che fare con un’ottica eccellente! L’immagini stellare è semplicemente perfetta, una cosa molto rara che in precedenza ho osservato solo nel Takahashi FS102 (strumento di ben altra levatura…). Solo con oculari dalla focale media in su si avverte del coma avvicinandosi al bordo ma abbiamo a che vedere con un newtoniano aperto a f/6, mica con un Ritchey-Chretien… Le immagini in intra ed extrafocale sono praticamente identiche e in questa fase si apprezzano anche i sostegni del secondario particolarmente poco intrusivi, visibili a malapena nella figura stellare fuori fuoco.

LA PROVA SUL CAMPO

Il test si è svolto in 2 sere distinte: la prima sera ho osservato dal balcone di casa mentre per la seconda serata mi sono concesso un sito più buio per vedere come se la cava il nostro Dobson con gli oggetti del profondo cielo.

Sera 1

La messa a fuoco si comporta bene, il suo funzionamento ricorda i rifrattori Borg, in pratica:

- si allenta la vite di blocco e si estrae o si avanza il tubo di messa a fuoco fino a raggiungere un fuoco approssimativo;

- si richiude la vite di blocco;

- si agisce sul comando a elicoide di messa a fuoco "fine" per completare l’operazione.

L’escursione del tubo di messa a fuoco in modalità “grossolana” sfiora i 10cm, per cui scordatevi eventuali problemi di compatibilità con accessori di elevato tiraggio; certo l’eventuale problema non dovrebbe riguardarci visto che si parla di un dobsoniano, ma se in futuro l’acquirente lo installasse su una (peraltro meritatissima) montatura equatoriale per farci fotografia anche questa caratteristica verrà apprezzata.

Il comando a elicoide è molto fluido e bel realizzato, ha solo un difetto: non ha una zigrinatura in gomma o qualcosa di simile ma è sono una ghiera in alluminio, perdipiù liscio e in bella vista. Provate voi ad azionarlo a mani nude a 5 sottozero!!

Una cosa che mi ha lasciato perplesso è quantomeno singolare: questo strumento è riverso! Nel senso che in tutti i Newton visti finora la messa a fuoco si trovava sul lato sinistro del tubo, qui invece è dall’altra parte. Non è un difetto in assoluto ma per chi è abituato a stare da una parte può risultare tutt’altro che intuitivo trovarsi dalla parte “sbagliata”. Un po’ come guidare un’auto a Londra, tanto per capirci!

Osservando da casa ho notato come la montatura Dobson sia di quanto di più inadatto immaginabile! Gli assi sono posizionati molto in basso rispetto a qualsiasi equatoriale per cui ci si ritrova a urtare il parapetto del balcone ogni qualvolta che si tenta di puntare un oggetto neppure troppo basso sull’orizzonte. Il Dobson è un “animale” da prato!

Una cosa manca a questo tubo: una manopola in prossimità dell'imboccatura per puntarlo agevolmente! Così com’è non si sa mai dove impugnarlo per dirigerlo verso l’oggetto desiderato.

Saturno

I risultati non si sono fatti attendere e la visione è stata pressoché entusiasmante. Il “pressoché” è dovuto alla montatura inadeguata per le osservazioni ad alto ingrandimento. Il contrasto è da favola, i dettagli sono evidenti alla prima occhiata, un C8 a confronto ne esce tranquillamente con le ossa rotte!! Gli anelli sono secchi con pochissima luce diffusa, divisione di Cassini evidentissima su tutto il periplo, lacuna di Encke osservabile alle anse, varie sfumature di grigio facilmente osservabili sull’anello B e anello Velo visibile sia alle anse che sul globo. Sul globo svetta la tipica banda equatoriale con un buon dettaglio così come la zona polare. Con il mio 10” SCT in condizioni di seeing analoghe vedo qualcosa in più ma con tanta, tanta fatica! Peccato la montatura Dobson da crisi di nervi, anzi crisi di astinenza da moto orario… 240x in queste condizioni non sono un gioco.

Luna

Una luna quasi piena per il nostro Newton. Peccato, un 1° quarto sarebbe stato meglio ma non si può avere tutto! C’era da gustarsi il Mare Crisium tagliato dal terminatore con il famoso “ponte lunare” in controluce. Molto belli anche Messier A e B e Valles Rheita con questa illuminazione. Il dettaglio era impressionante, secco, nitido, senza incertezze. L'oculare zoom di serie, a mio avviso ben poco utilizzabile nel deep sky a causa di un elevato assorbimento di luce e di un campo esiguo, si rivela abbastanza comodo nell'osservazione della Luna, a patto di non pretendere la nitidezza di un ortoscopico... Sarebbe stata una scelta MOLTO più felice fornire un comunissimo Ploessl.

Convincenti anche le aree in piena luce come le zone di Aristarchus e Plato. Non credo sia azzardato che per le osservazioni ad alta risoluzione quest’ottica possa fare di meglio di certi blasonati Maksutov da 7” e anche di qualche apocromatico che costa come un’utilitaria ben accessoriata.

Sera 2

Per la seconda serata mi sono giocato un sito abbastanza buio ma purtroppo niente montagna, troppo il tempo necessario per raggiungere siti in quota! E così mi sono ritrovato in un prato antestante la riserva naturale della Fagiana, in pieno parco del Ticino. Praticamente una sorta di “tempio della velocità” per i cultori del buon seeing. Dopo tutto è utile ricordare che dall’altra parte del fiume a pochi Km in linea d’aria sorge la Stazione Astronomica di Sozzago, segno che la zona è particolarmente favorevole alle osservazioni astronomiche.

Iniziamo dagli oggetti che spadroneggiano il nostro zenith, tolgo l’anello riduttore e utilizzo l’LVW22 (54.5x per 1.20 gradi di campo) e partiamo con la nostra passeggiata celeste. Voglio osservare gli ammassi aperti nell’Auriga ma mi ci impiego un po’ di tempo in quanto non sono per niente abituato a fare lo “star hopper”… Poi il cercatore angolare non mi aiuta più di tanto, anche per il fatto che sono abituato ai comuni cercatori a visione diretta che capovolgono entrambe le dimensioni mentre l’angolare ne capovolge una sola.

M38 è splendido e riesco anche ad intravedere il “compagno” (di cui non ricordo la sigla NGC) ma anche M36 e M37 non sono da meno. Gli oggetti parecchio estesi come l’ammasso doppio del Perseo e le Pleiadi non stanno nel campo ma rendono comunque l’idea. Idem M31 che però è ugualmente bella da osservare un poco alla volta, evidente la linea scura che separa il braccio dal nucleo e immediatamente visibili sono M32 e M110.

Cercando M41 mi imbatto anche in Sirio che quasi mi acceca mentre credo che ogni tentativo di commentare M42 non renda giustizia a questo favoloso oggetto del nostro cielo invernale che può entusiasmare in un piccolo spotting scope, figuriamoci cosa faccia nel nostro 20cm e per giunta sotto un cielo inaspettatamente nero. Alzo l’ingrandimento a 96x per scorgere la 5° stella del Trapezio che individuo senza fatica mentre l’interno della nebulosa si trasforma in un dedalo di contrasti chiaroscuri. Con non poca fatica punto M78 della quale scorgo solo la forma a goccia e 2 stelline al suo interno. Prima che sorga la Luna punto anche M51 che nonostante la posizione poco favorevole si ammira in tutta la sua bellezza: nitidi i suoi bracci, brillante sia il nucleo che la sua galassia satellite. Prima di caricare il tutto e intraprendere la strada verso casa osservo ancora Saturno e visto il seeing da cineteca ho rimpianto amaramente di non avere uno strumento equatoriale, l’immagine spettacolare fugge dal campo in men che non si dica e non è facile starle dietro. 2 cose mi hanno rovinato la serata: il freddo siberiano che mi ha costretto a capitolare in tempi relativamente brevi e il “chiodo fisso” alla fine dell’osservazione. Quale chiodo? Quello che la Geoptik produce anche un Formula 250 e se il 200 già entusiasma figuriamoci cosa può fare uno strumento analogo ma più grande.

CONCLUSIONI

Poche storie, lo strumento che ho testato è una cannonata, se lo standard produttivo della Geoptik è questo non penso si possa fare di meglio… Brava Geoptik! Il prezzo è corretto, con la cifra richiesta per un “coso” cinese si porta a casa un’ottica da battaglia senza timori reverenziali neppure se paragonata a strumenti che costano il triplo.

Rimane qualche pecca di natura costruttiva mentre l’oculare zoom lo potete usare per farci un filo a piombo da muratore… Suvvia, non si può avere tutto! Fosse stato perfetto anche l’oculare questo Formula Dobson non sarebbe umano…

Strumento consigliatissimo, oserei dire quasi imperdibile.