Prove di Telescopi
ZIEL Rifrattore acromatico 120/600 f/5
prova di Marco Retucci

Prova completa dei dati tecnici:
http://digilander.libero.it/retux75/Acro120.htm

PRESENTAZIONE:

Questo rifrattore acromatico l'ho acquistato usato alla modica cifra di 220 euro, sinceramente non so di che marca sia poiché è stato riverniciato di nero, certamente è di produzione cinese, il precedente proprietario mi ha assicurato essere un ZIEL ed effettivamente smontandolo ho trovato dei residui di vernice blu, classico colore dei telescopi ZIEL.

Acquistato sull'onda del mio innamoramento per le immagini stellari dei rifrattori e volendo qualcosa di più del mio Vista 80 f/5 un po' troppo poco luminoso e provvisto di fuocheggiatore da soli 31.8mm, pensando di usarlo esclusivamente per l'osservazione di ammassi stellari aperti, devo dire che sono rimasto veramente impressionato dalla resa, considerato che un acromatico aperto a f/5, soprattutto cinese, promette un'aberrazione cromatica abominevole...

DESCRIZIONE:

La realizzazione meccanica non è certo di prim'ordine ma è comunque soddisfacente; ho provveduto a eliminare il primo diaframma interno di contrasto perché realizzato in maniera quantomeno discutibile (non mi inoltro nei particolari...) e a sostituirlo con uno di mia realizzazione ottenuto con una striscia di pivilene adesivo opportunamente posizionato, inoltre ho provveduto a migliorare l'opacizzazione interna, sia del tubo che del fuocheggiatore da 2", con altri diaframmi di contrasto e con velluto nero adesivo (vedi come migliorare il contrasto: diaframmi in pivilene nella sezione utility), ottenendo a mio avviso un avvertibile miglioramento a riguardo del contrasto, dei riflessi interni e della luce diffusa.
Il fuocheggiatore da 2" è realizzato abbastanza bene, è provvisto di vite di blocco, ho solo allentato un po' le viti di regolazione della durezza del movimento, che era praticamente granitico; ora è discretamente fluido e uniforme, a dire il vero allentando le viti è comparso un leggerissimo focus-shift, assolutamente tollerabile, insomma non è un fuocheggiatore stile TeleVue ma fa egregiamente il suo dovere...Il tubo ottico pesa compresi i due anelli di fissaggio circa 4kg, l'obiettivo appare abbastanza trasparente, il trattamento antiriflesso ha un color violetto tenue e il paraluce a pressione è di metallo ed è insolitamente corto, probabilmente i precedenti possessori lo hanno tagliato per ridurne l'ingombro e il peso, comunque ho realizzato un paraluce in polietilene ad alta densità.

Ammassi aperti:

Il suo terreno di caccia preferito: con un LVW42 Vixen da 2" e 72° di campo apparente il 120 da 14x con un campo reale di 5° e tutta la luminosità di un 120mm... le premesse direi sono più che buone per l'osservazione a largo campo e in effetti la visione degli ammassi aperti a bassi ingrandimenti è entusiasmante, miriadi di stelline puntiformi e colorate, la differenza dall'80mm, in termini di magnitudine raggiunta, è subito avvertibile.

Fino a circa 20x il cromatismo residuo è assolutamente inavvertibile e l'immagine a par mio ha poco a che invidiare a quella ottenibile con i rifrattori apocromatici, dal costo decisamente superiore, direi almeno di un fattore 10...

Dai 20x ai 40x l'aberrazione cromatica inizia a comparire ma è assolutamente limitata alle stelle di I° e II° magnitudine e comunque assolutamente tollerabile, il colore intrinseco delle stelle è perfettamente avvertibile e le immagini stellari ancora piacevolmente puntiformi.

Dai 40x ai 70x l'aberrazione cromatica è evidente, ma sempre limitata alle sole stelle di I° e II°mag., l'immagine è ancora godibile e le stelle continuano a rimanere molto piccole, niente a che vedere con le immagini che si ottengono con riflettori e catadriottici tipo gli SCT, anche la colorazione rimane evidente e si inizia a notare il fenomeno per cui a pari magnitudine il residuo cromatico è sensibilmente più marcato nel caso di stelle bianche, bianco-azzurre che nel caso di stelle a dominante calda.

Sopra i 70 ingrandimenti il cromatismo residuo diviene purtroppo molesto e iniziano, oltre a un leggero decadimento effettivo dell'immagine, tutta una serie di problemi derivanti dallo spettro residuo oramai dominante, quali ad esempio la difficoltà a trovare un punto di fuoco preciso, la diminuzione del contrasto e dei dettagli visibili.

Deep-sky:

Nell'osservazione a basso o bassissimo ingrandimento di oggetti estesi luminosi, quali comete, nebulose diffuse come la splendida nebulosa velo nella costellazione del cigno, M31 che finalmente rimane tutta nel campo (chi ha un SCT sa di cosa parlo...) e oggetti deep-sky luminosi come M42 (che a dire il vero val la pena di essere osservata anche con il fondo di una bottiglia...) il 120 si comporta decisamente bene sfruttando l'esuberante campo che si può ottenere utilizzando oculari grandangolari a lunga focale che permette di osservare nella loro totalità molti oggetti estesi che con telescopi dalla focale maggiore sono pressoché mortificati dal fatto di essere visibili solo in parte (vedi M31!); per il deep-sky "serio" ricordo che stiamo parlando di 120mm e qui invece servono i centimetri, dunque per vedere qualcosa di decente compratevi un dobson da 30cm, altrimenti accontentatevi di macchie nebbiose più o meno elusive; giusto a titolo informativo, a memoria direi che è sicuramente più luminoso del mio newton 114/910 f/8 ma ribadisco non aspettatevi miracoli; su globulari luminosi tipo M13 o M15 ancora non l'ho potuto testare ma dubito di riuscire a risolvere qualcosa...

Stelle doppie:

Sulle doppie ci si può divertire, nel senso che sfruttando l'immagine stellare puntiforme classica dei rifrattori si riescono a sdoppiare doppie anche a basso ingrandimento e diviene interessante vedere fin dove ci si può spingere, complice il fatto che lo strumento si è rivelato completamente insensibile alla turbolenza, il che da una bella mano... (chi ha un SCT sa di nuovo di che parlo...); in effetti però bisogna fare i conti con il cromatismo residuo che ad alti ingrandimenti è molto avvertibile e che in genere rende difficoltoso trovare un punto di fuoco preciso oltre al fatto che la componente meno luminosa spesso è immersa nell'alone azzurro-violetto del cromatismo residuo.

Giusto a titolo informativo ho facilmente sdoppiato Castore (alfa Gemini) a soli 100x con un OR6 e appena possibile mi aspetto di fare lo stesso con la famosa doppia-doppia Epsilon Lirae.

Pianeti:

Per l'osservazione planetaria "seria" lasciate stare o compratevi un apo spendendo 10, 15, N volte di più...

Per far vedere ai vostri amici il disco lunare nella sua totalità, far scorgere loro crateri e mari usatelo pure. Idem per Giove e Saturno che a 100x, il massimo ingrandimento disponibile compatibilmente con il mio parco oculari, rivelano i dettagli principali (SEB e NEB, schiacciamento dei poli e satelliti medicei il primo, anelli il secondo) ma il cromatismo residuo rende l'immagine poco piacevole, immersa in un alone violetto diffuso e soprattutto, a pare mio, diviene impossibile trovare il giusto punto di fuoco.

e con il filtro CONTRAST-BOOSTER della BAADER PLANETARIUM???

Applicando il filtro CONTRAST-BOOSTER (vedi prova...) il residuo cromatico a medi e alti ingrandimenti viene completamente ed efficacemente soppresso e il 120 inizia a dare qualche soddisfazione in più anche a questi ingrandimenti, ne guadagnano sicuramente l'osservazione planetaria e l'osservazione delle stelle doppie: nel primo caso, a 100x l'immagine è fermissima e nonostante l'ancor basso ingrandimento si iniziano a scorgere anche dettagli non banali.

Con l'aiuto dell'ottima Barlow 2x TeleVue mi sono spinto sopra i 100x e il risultato è che a mio avviso il limite sui pianeti si attesta attorno ai 150x, dopo l'immagine degrada decisamente, personalmente trovo migliore l'osservazione a ingrandimenti inferiori con maggior contrasto e incisione: giusto per far qualche esempio su Giove si iniziano a scorgere, anche se non senza difficoltà qualche festone, la GMR e su Saturno la Cassini è molto più evidente e delineata; l'immagine è in ogni caso fermissima, anche con seeing pessimo il che è sicuramente un vantaggio, sia per il fatto che l'osservazione è molto più piacevole e confortevole sia per il fatto che le prestazioni di fatto sono in pratica indipendenti dalla bontà della serata.

L'osservazione delle doppie ne guadagna enormemente, venendo soppresso l'alone violetto del cromatismo residuo diviene facile fuocheggiare e le componenti sono molto più evidenti, sempre splendidamente puntiformi...

con la Barlow 2x TeleVue e l'OR6 a 200x ho sdoppiato in maniera evidente e netta epsilon Bootes "IZAR" (2.5-4.9 sep. 2.8"): la secondaria interrompeva il I° anello della primaria, seppur con "molto buio" e una dominante decisamente verde. Ricordo che per un 120 il limite di Rayleight, che è quello che in genere si utilizza per caratterizzare la capacità di sdoppiare due componenti in maniera evidente, nel senso che la seconda componente viene a trovarsi nella zona tra il disco centrale e il primo anello di diffrazione della primaria, è di 1.2", mentre sempre in teoria per avvertire la duplicità il limite si attesta pari a 0.6"... fantascienza?!? vedremo cosa riuscirà a fare... mi riprometto di provare a sdoppiare qualche doppia stretta fino a trovare il limite. In ogni caso e non di secondaria importanza, anche in questo caso si nota una spiccata insensibilità al seeing, nel senso che la stessa doppia con il C8 anche se sdoppiata "con molta più luce" e molta più facilità era tutta tremolante e direi che l'immagine del rifrattore, anche se meno luminosa è decisamente più piacevole, in pratica si può spingere il 120 vicino al suo limite a prescindere dal seeing della serata!

CONCLUSIONI:

Direi che sono sicuramente soddisfatto, l'ottima resa sugli ammassi aperti se devo essere sincero me l'aspettavo, invece mi hanno sorpreso le potenzialità di questo rifrattore se accoppiato al filtro CONTRAST-BOOSTER della Baader Planetarium, che permettono di usare lo strumento anche in altri campi e di ottenere immagini direi onorevoli per un 120mm; certo mi sento di consigliarne l'acquisto per l'osservazione degli ammassi aperti e non certo per l'osservazione planetaria, ma non guasta poter effettuare qualche altro tipo di osservazione, soprattutto considerando che il tubo è molto portatile, essendo relativamente leggero e corto e di conseguenza non necessita assolutamente di una montatura particolarmente "grossa" complice anche il fatto che in generale si useranno bassi ingrandimenti; personalmente io l'ho montato su una CG5 Celestron, (che si è dimostrata in grado, nell'osservazione visuale di ben sostenere uno Schmit-Cassegrain da 8" con in parallelo il Vista80) ottenendo una stabilità esuberante, con tempi di smorzamento delle vibrazioni, autentici "cazzotti", inferiori al secondo. In conclusione se lo trovate a un buon prezzo, diciamo nuovo sui 400 euro o usato non fatevelo scappare, sarà una rivelazione: stelle puntiformi, campi enormi, rapido nello stabilizzarsi termicamente, insensibile alla turbolenza, molto portatile e leggero, discretamente luminoso, il vostro "secondo" tubo ottico ideale, quello da tirar fuori in fretta e furia perché si è aperto uno spiraglio di sereno, quello da usare quando avete solo un'ora per osservare, quello da usare alle dimostrazioni pubbliche (con signore truccate, bambini che toccano tutto, gente che si aspetta di vedere le foto delle Voyager... e non riuscirebbero a vedere un VOS neanche grande come mezzo emisfero... ha scusate è vero ci vuole allenamento...), quello da usare per le eclissi di Luna e/o di Sole con un semplice filtro in astrosolar, quello da usare quando c'è un seeing sfavorevole (e usare il vostro tubone sarebbe tempo sprecato tanto ribolle tutto), quello che vi portate dietro quando andate a fare la settimana bianca in montagna o andate in ferie nel deserto del Sahara...