Montatura Vixen SPHINX

by Christian Cammoranesi

Parlare del marchio Vixen è molto facile quanto scontato direi, questa ben nota ditta giapponese, sul mercato ormai da decenni, è una delle poche aziende “serie” (parlando di fascia medio alta) che non ha ceduto alla tentazione di trasferire la propria produzione in Cina, mantenendo quindi quegli standard qualitativi tipici della produzione nipponica.

Chi non conosce ad esempio il ben noto sistema di puntamento attivo Skysensor? Geniale invenzione Vixen naturalmente, ormai prossima al pensionamento ma che ha fatto sognare un paio di generazioni di astrofili (me compreso) dalle primordiali versioni degli anni ‘80 fino alla raffinata e sofisticata versione 2000 PC.

Questa recensione è dedicata all’ultima nata di casa Vixen, in fatto di montature equatoriali, che rappresenta l’evoluzione di quanto visto fin ora, sto parlando della poco conosciuta Sphinx GO-TO con Star Book.

Non starò certo a dilungarmi su come viene consegnata o in quanti imballi è riposta, passiamo subito ad aspetti più pratici.

La testa equatoriale è un blocco unico dalle dimensioni ragguardevoli, il colore bianco forse ne enfatizza l’aspetto, le finiture sono di prim’ordine come la verniciatura senza pecca alcuna, all’interno del corpo trova posto la parte elettronica che funge anche da contrappeso (encoder ottici inclusi) coperta da un elegante e solido coperchio in plastica dal gradevolissimo colore blu con suscritto Sphinx.

L’impatto visivo è talmente piacevole che si lascerebbe mirare per ore. Dall’asse di declinazione, a scomparsa viene estratta l’asta per i contrappesi, finalmente una soluzione pratica ed ergonomia sebbene scopiazzata dai “cinesi”. l’illuminatore per il cannocchiale polare, posto nell’asse di A.R. viene regolato tramite un dimmer gestito dal software dello Star Book vero e proprio “cervello” della Sphinx.

Come accennato, lo Star Book rappresenta l’evoluzione dello Skysensor, è un pratico mini planetario, dalle dimensioni non certo tascabili, dove si comandano tutte e dico tutte per davvero le funzioni presenti e future della montatura.

Lo schermo a cristalli liquidi ha un’ottima visibilità e definizione, unico neo la luminosità esagerata del dispaly, nonostante siano compensabili con guadagni di “brightness e contrast” la luce emessa è sempre troppa il che disturba e non di poco l’occhio ben adattato all’oscurità. Tutto sommato basta ingegnarsi un po’ e si risolve l’inconveniente.

Il computer sembra un “Game Boy” ingrassato e le sue funzioni sono pratiche ed intuitive, ho imparato ad usarle in una mezza nottata osservativa, nel vano connessioni inoltre è presente una indispensabile presa LAN che permette un costante up-grade del software collegandosi al sito della Vixen.

Il costo della montatura priva di cannocchiale polare e di treppiede oscilla intorno ai 2.000 euro, chi la volesse completa e chiavi in mano dovrà affrontare la “modica” spesa di 2.600 euro, è prevista anche una versione da tavolo, della quale francamente non capisco l’utilità visto anche il prezzo sostanzialmente simile.

Un breve cenno al treppiede, bello e solido!! Nulla a che vedere con i vecchi esemplari in profilati d’alluminio che vibrano al primo refolo di vento, unica pecca l’altezza da terra del tutto insufficiente il che lo rende poco incline all’uso con rifrattori anche a medio fuoco ed appena accettabile con S/C.

Ultimo accenno alle leve di blocco assi, costruite in materiale plastico di generose dimensioni, benché solide personalmente avrei preferito le vecchie che equipaggiavano le serie GP-SP.

Prova su campo

Premesso che sono un visualista e poco pratico di astrofotografia riferirò le mie impressioni e prove effettuate in tal senso.

I test vari sono stati condotti in più serate e con carichi differenti per saggiare le doti di stabilità del supporto Vixen.

Il carico massimo dichiarato dalla casa è di 10kg. Reputo questo dato assai verosimile ed un tantino pessimistico per avere quel margine di sicurezza che non guasta.

Come fisica vuole ho costatato che con tubi ottici lunghi e pesanti l’effetto leva è più marcato ma mai fastidioso, il fuoco si raggiunge anche ad alti ingrandimenti senza dover imprecare, viceversa con tubi corti ed anche pesantemente accessoriati la stabilità non ha eguali nella sua categoria!!

Per intenderci, un C8 con diagonale ed oculare da 2” cercatore 8x50 fotocamera in parallelo ed un guida a lente da 80mm sembrano issati nella roccia!! Diversa impressione ebbi in precedenza con la stessa attrezzatura su GP-DX, le vibrazioni, praticamente inesistenti, vengono smorzate istantaneamente e solo sopra i 300x occorrono un paio di secondi per rendere l’immagine immobile.

Con rifrattori fino ad un metro di focale (vixen 102/1000) le cose non cambiano, solidità da manuale.

Volendo testare il limite, ho poggiato sulla Sphinx il mio gioiello d’ottica Un Takahashi Fs 128, ben più ingombrante e pesante di un C8, accessoriato come sopra per di più con un 102/1000 in parallelo. Ebbene, la stabilità non era la stessa ma considerando un carico di 15 kg. Circa devo dire che se l’è cavata egregiamente, vibrazioni percepibili a bassi ingrandimenti focheggiando con vigore, ma fastidiose solo superando i 200x. Probabilmente utilizzando un treppiede più solido le cose sarebbero andate ancora meglio.

Nonostante la Sphinx sia l’evoluzione della GP-DX, fare un confronto sarebbe difficile, apparentemente le due montature non sembrano essere prodotte dalla stessa casa tanto sono diverse. Di base infatti, prevedono funzioni opposte; Una, meccanica e vecchio stile, (cerchi, nonii, pochi fronzoli e sostanza) l’altra computerizzata e priva di quel fascino “analogico” conferito per l’appunto dai cerchi graduati. Per inciso, non credo che la Vixen abbia ideato la SPX solo per questioni di mercato ma per riempire un vuoto nella categoria e svecchiare di sicuro il design. Tirando le somme ad entrambe vanno riconosciuti tantissimi pregi all’attivo e ben pochi nei, alla Sphinx una maggior robustezza e capacità di carico, alla DX una fluidità e dolcezza dei movimenti che la “sorellastra” non conosce.

L’inseguimento è ottimo, stazionata con il Cannocchiale polare (al quale và un plauso davvero senza eguali) Vega è rimasta al centro del campo per venti minuti buoni a 200x! non sono andato oltre con i tempi perché avevo fame di osservazioni e non di correr dietro ad una stella, penso comunque di ripetere la prova in futuro per una verifica più attenta.

I motori sono silenziosi e la velocità delle correzioni adatta ad ogni esigenza in quanto direttamente collegata al planetario dello Star Book. Per essere più chiari significa che alle operazioni di zoom (in e out) possibili inquadrando una porzione di cielo nel display del computer corrispondono gli spostamenti reali del telescopio, quindi tanto più si ingrandisce l’oggetto desiderato nello Star Book tanto più saranno fini e precisi i movimenti elettrici viceversa ad una visione d’insieme di una costellazione (per esempio) corrisponderanno movimenti rapidissimi fino all’esaltante velocità di circa 5 gradi al secondo.

Il puntamento automatico, vera chicca dell’insieme è risultato rapido e di gran precisione.

Una volta stabiliti almeno due punti di riferimento celesti il telescopio è pronto a scandagliare tutto il catalogo Messier, l’NGC, l’IC, stelle fisse, pianeti, Luna e Sole, nonché comete, asteroidi e tutto ciò vogliate inserendo le coordinate tramite Star Book.

Utilizzando un Radian da 10mm a 200x e stabilite come “due stelle” Vega ed Altair ho iniziato un piacevole tour puntando dapprima M57 al centro esatto del campo fornito dall’oculare, M27 leggermente spostata ma ben visibile, M 13 quasi perfettamente al centro, M22 centrato, M 51 Idem e così via…….insomma non ha mai fallito.

Cosa aggiungere? La montatura è bella, solida, stabile, curata, precisa ed ergonomica, si trasporta con facilità pesando circa 11 kg. Ed ha un basso consumo di batterie.

Verò è che il costo scoraggerà molti ma il rapporto prestazioni/prezzo la rende appetibile e di sicuro la “Best-Buy” delle GO-TO in circolazione.

BRAVA VIXEN

Voto 9

PLUS:

Stabilità anche con ottiche pesanti.

Costruzione pregevole.

Puntamento attivo preciso.

Aggiornamenti online software.

Star Book.

Peso ridotto.

Estetica meravigliosa

Barra contrappesi a scomparsa

VERSUS:

fluidità assi perfettibile.

eccessiva luminosità display Star Book.

Manopole blocco assi in plastica.

Treppiede basso