Prove di Telescopi
Antares 114mm - The Moon

Prove a cura di Roberto Porta (Photallica).

INTRODUZIONE:
Dopo decenni dalla dalla commercializzazione si torna a parlare di riflettori “standard” da 114mm, nel senso che dopo così tanto tempo di immobilismo tecnologico è arrivato un 114 che porta delle importanti innovazioni. E’ prodotto da Antares e si chiama “The Moon”.
ASPETTO ESTERNO:
Il telescopio è abbastanza differente dai soliti 114 che hanno popolato la scena in questi anni.
Il The Moon è 4 dita più corto, colorato in un inedito grigio metallizzato (tipo quello del Celestron Ultima 2000) ed equipaggiato con una montatura equatoriale ed un treppiede mai visti finora su altri telescopi. A corredo dello strumento viene fornito un cercatore 6x30, un focheggiatore da 31.8mm, l’adattatore fotografico, un filtro lunare e 2 oculari PL da 6 e 40mm.
OTTICA:
E’ proprio questa la vera novità di questo newtoniano. Rimane fedelissimo allo schema Newton basato su uno specchio primario concavo (purtroppo sferico e non parabolico) ed uno specchietto piano ellittico che devia il fuoco verso il focheggiatore a lato del tubo ottico; la vera novità si registra proprio in prossimità del focheggiatore in quanto l’estrazione è tale da rendere possibile la fotografia al fuoco diretto. Peccato che ciò sia stato pagato con un aumento delle dimensioni dello specchio secondario; ora il valore di ostruzione è prossimo allo 0.30. Sarebbe stato preferibile mantenere l’ostruzione sotto 0.25 usando un focheggiatore a basso profilo. La lunghezza focale è rimasta di 900mm ed il grado di lavorazione dell’ottica è al pari degli altri strumenti analoghi. La collimazione dell’ottica è totalmente registrabile; apprezzabile la regolazione dello specchio primario con viti gemellate (una collimatrice e l’altra di bloccaggio).
MONTATURA:
La montatura alla tedesca utilizzata sul The Moon è assolutamente inedita; probabilmente è destinata ad equipaggiare la prossima generazione di 114mm. Questo nuovo supporto è decisamente migliore della vecchia montatura standard anche se inferiore ad alcuni modelli che equipaggiano i 114 “special”, tipo il Super Saturno, se vogliamo restare in casa Antares. Entrambi i movimenti sono su corona dentate e vite senza fine, quindi senza alcun fondocorsa; curioso il fatto che la manopola di comando fine in declinazione non ruota assieme allo strumento. Incoerente la scelta dei cerchi graduati: ben dimensionato (con tacche ogni 10’) in AR, piccolissimo (ridicolo!) quello in declinazione. La montatura è motorizzabile con un motore passo-passo che personalmente fornirei di primo equipaggiamento vista l’inaspettata predisposizione alla fotografia. Apprezzabile la regolazione fine della latitudine, assente quella dell’azimut. Di nuova concezione il cavalletto, in lega leggera di sezione esagonale; le gambe sono coassiali consentendo un’apprezzabile regolazione dell’altezza.

LA PROVA SUL CAMPO
Le osservazioni di prova si sono svolte in 2 serate differenti. Sono stranamente curioso di provare questo 114 per verificarne un po’ la bontà delle sue innovazioni ottiche e meccaniche.
Partiamo dall’operazione di stazionamento, più complicata del previsto, date le piccole dimensioni del cerchio di declinazione e l’assenza del controllo fine sull’azimut. Eseguendo la classica prova della sfocatura di una stella ad alto ingrandimento , l’ottica è risultata ben collimata. Presente una leggerissima tensionatura (al limite della percettibilità), probabilmente riguardante lo specchio primario. La stabilità della montatura si è rivelata discreta per strumenti di questo tipo; dando un piccolo colpo al bordo superiore del tubo il tempo di stabilizzazione è stato di 6 secondi.
GIOVE: si osserva già all’imbrunire per cogliere Giove ad un’altezza adeguata dall’orizzonte, purtroppo pagando dazio alla turbolenza evidente. Una volta stabilizzatosi, si iniziano a osservare le 2 bandi equatoriali, 1 banda temperata (la Sud) e una serie di sfumature sul disco del pianeta. Il 6mm di serie (150x) va ottimamente, tuttavia sarebbe preferibile acquistare anche un 9mm (100x) per poter utilizzare anche qualche filtro di contrasto.
SATURNO: subito evidenti la divisione di Cassini, i giochi d’ombra tra anelli e globo e una banda equatoriale, quest’ultima meglio visibile con un oculare SP 6.4mm (140x) che non col PL6 di serie. Il tentativo di utilizzare un LV-W 8mm non ha dato esito positivo in quanto apportava un sensibile sbilanciamento del tubo ottico. Mi è sembrato che la resa ottica del The Moon fosse leggermente inferiore a quella di altri 114, tipo per esempio il Konus Vega degli anni 80; non è escluso che questo piccolo “gap” sia dovuto alla maggiore ostruzione del secondario.
FONDO CIELO: poco più di 11 centimetri di diametro non sono certamente l’ideale per andare a caccia di oggetti deboli, specie se a ciò si aggiungesse l’inutilità di un cerchio graduato grande poco più di una monetina! Tuttavia, una volta montato l’oculare da 40mm ci troviamo tra le mani uno strumento con un campo inquadrato di ben 2 gradi; le soddisfazioni che se ne ricaveranno osservando oggetti estesi saranno tutt’altro che avare. Le Pleiadi e le Iadi sono un vero spettacolo, così come M44 ed M31; M42 poi è fin troppo piccola, nel campo sta comodamente una buona parte della “spada”. Buona la puntiformità delle stelle. Questa configurazione può inoltre essere particolarmente redditizia per l’osservazione simultanea di astri in congiunzione oppure delle dense nubi della via Lattea nel Cigno e nel Sagittario, purtroppo invisibili nel periodo della prova. Significativi M41, M35.
LUNA: mi è sembrato abbastanza doveroso testare sulla Luna un telescopio con un nome così… Ho eseguito l’osservazione di prova la sera del 13-3-2000 con la Luna perfettamente al quarto. Per l’osservazione visuale del nostro satellite l’oculare da 40mm offerto a corredo è inservibile inquanto da un ingrandimento decisamente scarso (22x) e un campo di 2° per cui sono partito subito a briglia sciolta col PL6mm (150x) ottenendo oneste immagini di tutte le formazioni a ridosso del terminatore d’ombra; da Maginus a Ptolomaeus, Arzachel, Alphonsus, Cassini, il Mons Piton e la Vallis Alpes; in condizioni di calma atmosferica sono riuscito ad osservare, seppure a sprazzi, la trama di rimae nei pressi del cratere Triesnecker nonostante la luce sfavorevole. Ben più spettacolari le rimae Ariadeus e Hyginae. Qualche ora più tardi è stata particolarmente spettacolare l’osservazione della “prima luce” della Rupes Recta e del cratere Birt, peccato solo che la qualità atmosferica è andata scemando con l’apparizione di banchi di foschia che introducevano cromatismi e turbolenze talmente fastidiose da costringermi dapprima a dimezzare l’ingrandimento, poi alla conclusione delle osservazioni.

CONCLUSIONI
Do per scontato che uno strumentino di stampo economico non sarà mai perfetto e avrà quasi sempre qualche lacuna più o meno evidente, tuttavia con l’avvento del The Moon sono stati fatti dei passi avanti. Ora abbiamo di serie una montatura onesta, 2 oculari Plossl, il focheggiatore da 31.8mm, il cercatore 6x30mm e la possibilità di fotografare, tutto ad un prezzo di listino inferiore al milione. A mio avviso comunque i tecnici Antares avrebbero dovuto rinfrescare maggiormente l’ottica, in quanto al giorno d’oggi un processo di parabolizzazione dello specchio primario non avrebbe compromesso in maniera rilevante in prezzo finale.
In compenso la qualità risultante sarebbe stata ben altra!
Al prezzo di 930.000 va aggiunta la spesa per altri 2 oculari, vista la voragine tra il 6 e il 40; si può restare tranquillamente fedeli allo schema Ploessl, un ottimo compromesso senza spendere una fortuna.



Dati anagrafici

Costruttore: Antares
Modello: The Moon
Prezzo: L. 930.000
Importatore per l’Italia: PAIM S.p.A. Firenze
Diametro: 114 mm
Lunghezza focale: 900mm (f/7.8)
Montatura: equatoriale alla tedesca motorizzatabile
Peso complessivo: 13 Kg

Pregi
Funzionalità generale
Prezzo accessibile
Focheggiatore da 31.8mm
Buona dotazione accessori
Montatura motorizzabile

Difetti
Cerchio graduato in declinazione inservibile
Montatura migliorabile
Ostruzione elevata