Prove di Telescopi
Intes MN61

Prove a cura di Roberto Porta (Photallica).

INTRODUZIONE

Intes è un noto costruttore russo che basa la sua produzione si telescopi tipo Maksutov. L’esemplare provato è un Maksutov-Newton da 150mm f/6.

ASPETTO ESTERNO

L’insieme ha un aspetto incredibilmente robusto e, come vedremo in seguito, non si tratta solo di un’impressione!

Il tubo ottico è verniciato di bianco con un piacevole effetto “ruvido” (così non si ha terrore di sfrisarlo durante il trasporto, N.d.A.), spicca il bel fuocheggiatore Crayford da 2” e il possente cercatore.

Meravigliosa poi la minuscola ostruzione, solo 32mm; gli elementi ottici a riflessione sono tutti collimabili.

A corredo del tubo ottico viene fornita una doppia fascia di ritegno con attacco Vixen GP, un paraluce e il cercatore 8x50, altri eventuali accessori sono a parte.



OTTICA

L’ottica dell'Intes MN61 è del tipo Maksutov-Newton da 6” (152mm) di diametro e 900mm di focale (f/6).

Il menisco è realizzato in K-8 (il corrispondente russo del più noto BK7 Schott) ed appare ben trattato antiriflessi, in centro ad esso si nota il piccolo supporto del secondario.

Gli specchi sono realizzati in Pyrex con una lavorazione certificata non inferiore a 1/6 PTV; per i palati più fini esiste un modello De Luxe con specchi in Astrositall e lavorazione ancora più spinta.

La messa a fuoco si basa su un fuocheggiatore Crayford da 50.8mm che consente ben 30mm di escursione.

Sulla culatta del tubo ottico si trova un tappo che una volta smontato consentirebbe di montare un estrattore a ventola (disponibile come accessorio) per velocizzare l’acclimatamento dell’ottica.

Il tubo ottico è quanto di più robusto mi è capitato di vedere finora, ha uno spessore di ben 4mm! L’interno non presenta diaframmi ma solo il classico annerimento.

MONTATURA

Lo strumento in prova era installato su una montatura alla tedesca Synta EQ6, un supporto all’altezza di tubi ottici ben più pesanti del nostro Mak-Newton, la stabilità era molto buona.

Star test

Aberrazione sferica Non rilevata

Aberrazione cromatica Assente

Coma Non rilavato

Tensioni Assenti

Astigmatismo Assente

Lo star test è stato eseguito osservando Arcturus (alpha Bootis) con un oculare LV5 (180x) e da ciò si è dimostrato che l’ottica è eccellente in quanto nessuna aberrazione è stata osservata.

Le immagini in intra/extrafocale sono identiche e l’immagine stellare a fuoco è spettacolare, solo il primo anello di diffrazione leggermente marcato ci ricorda che stiamo usando un riflettore; sorprendente la correzione al bordo in quando gli anelli di diffrazione non accennavano a deformarsi neppure “appoggiando” la stella a quest’ultimo.

LA PROVA SUL CAMPO

Il comando di messa a fuoco è molto morbido e la sua corsa permette di mettere a fuoco con qualsiasi oculare, personalmente ho trovato ottima questa unità, perfettamente accordata col tipo di strumento (quindi robusto è ben fatto).

Il primo oggetto ad essere puntato è stato Giove, oramai sulla via del tramonto ma ancora ben osservabile.

Il cercatore da 50mm è una spanna sopra a quelli che solitamente equipaggiano la maggior parte di altri strumenti; nitido e con immagini stellari puntiformi fin quasi in prossimità del bordo e senza la solita croce spessa a tal punto da non farti vedere cosa punti…

Molto rapido anche il cool down dell’ottica in quanto il telescopio è passato dal sedile posteriore di un’autovettura al sito osservativo in meno di un quarto d’ora e le immagini erano già più che soddisfacenti; mi immagino cosa si potrebbe fare con la ventolina di acclimatamento rapido…

L’Intes MN61 ci passa un’immagine da riferimento, non lontanissima da quella che solitamente si può osservare dal mio 10” e sicuramente superiore un un ottimo apocromatico da 4”; le 2 bande equatoriali sono fittamente perturbate, l’EB è evidente alla prima occhiata così come la STB e gli “sbalzi” di colore nell’emisfero Nord. Purtroppo la MR non “guardava” la Terra in quel lasso di tempo.

Il seeing non eccelso ha sicuramente penalizzato la prova in quanto non sono riuscito a forzare con gli ingrandimento; il potere più redditizio è stato quello ottenibile con oculari da 5 e 6mm (150 e 180x).

L’utilizzo di una Barlow Celestron Ultima 2x è stato poco soddisfacente in quanto si veniva a creare un fastidioso effetto di luce diffusa attorno al pianeta, meglio è andata con la Barlow Intes 2.4x + oculare OR10; ho un vago sospetto che questa Barlow sia stata sviluppata a braccetto con quest’ottica (è proprio vero che le ottiche sono come i motori, ognuno ha la sua storia).

L’osservazione di Epsilon Lyrae è stato molto soddisfacente sia dal punto di vista pratico in quanto sdoppiata perfettamente (è anche vero che era ben lontana dal suo limite…) che estetico; le immagini stellari ad alto ingrandimento non sono distanti da quelle che fornisce un ottimo rifrattore.

L’osservazione di oggetti del profondo cielo è stata molto convincente, ad iniziare da M13 che mostra un nugolo di stelline puntiformi nella sua zona periferica per finire praticamente risolto al centro; un’ottima immagine anche se inferiore a quanto mostra un buon SCT 8”, d’altronde nel deep sky è l’apertura che comanda.

Concludiamo il test con M51, evidentissimi i nuclei della stessa e della compagna, più faticosa l’intuizione della forma a spirale.

E’ mancata la Luna che credo sia il terreno di caccia preferito di uno strumento siffatto; spero di completare il test in un secondo momento.

CONCLUSIONI

Poche le parole, tanti i fatti. L’intes MN61 è un ottimo strumento, praticamente irrinunciabile per chi predilige osservazioni ad alta risoluzione e non vuole svenarsi per acquistare un rifrattore apocromatico di pari apertura.

Se si esclude un peso tipicamente russo, ritengo questo tubo ottico esente da difetti particolari.

Altamente consigliato