Prove di Telescopi
Astro Physics 105 - Traveler

Prove a cura di Roberto Porta (Photallica).

INTRODUZIONE:

Pur avendo alle spalle diverse prove strumentali, l’idea di provare un rifrattore Astro-Physics mi ha messo addosso un po’ d’ansia; mi è stato descritto non tanto come un normale telescopio bensì come un piccolo miracolo dell’ottica astronomica; con queste credenziali c’era poco da stare tranquilli…
L’Astro-Physics Traveler è un rifrattore apocromatico da 105mm f/5.8.

ASPETTO ESTERNO:
L’esame estetico non lascia alcun dubbio. E’ un telescopio assemblato con una cura maniacale, una cosa mai vista prima! Si inizia dal paraluce retrattile realizzato in modo impeccabile, la verniciatura del tubo color grafite che da un tocco d’eleganza incredibile, per finire al focheggiatore pressochè perfetto oltre che gigantesco per lo strumento in questione. A corredo dello strumento non vi è praticamente nulla! Solamente una borsa (Tenba, ricorda quelle per uso fotografico) per il trasporto e 2 anelli di collegamento alla montatura (inservibili se non si usa l’originale, salvo adattamenti). La Casa produce una marea di accessori ma tutti a richiesta…

OTTICA:
Probabilmente ai vertici della categoria, l’ottica del Traveler si avvale di un tripletto apocromatico con un elemento alla Fluorite; curiosa l’esclusività tecnica della spaziatura in olio di silicio in luogo dell’aria. Esemplare il trattamento antiriflesso. L’interno del tubo racchiude una batteria di diaframmi di contrasto. Non mi resta che tessere un mare di lodi al già citato focheggiatore che sfrutta la medesima meccanica dei fratelli maggiori EDF 130 e 155mm; il diametro interno 68mm e la corsa 115mm sono il suo biglietto da visita. Inutile dire che la scorrevolezza è da riferimento. L’ottica è risultata perfettamente collimata.

MONTATURA:
Lo strumento è commercializzato solo tubo ottico, tuttavia Astro-Physics consiglia l’accoppiamento con la montatura GE400 (vedi foto), un bel pezzo di meccanica purtroppo costosissima. L’esemplare esaminato era installato su una montatura alla tedesca Kenko NES completamente motorizzata, con un treppiede in abete autocostruito; la stabilità del complesso era invidiabile, nessun problema per la montatura nipponica nel sostenere i 4Kg del Traveler, anche ai massimi ingrandimenti.

LA PROVA SUL CAMPO
Le osservazioni di prova si sono svolte la sera del 19-5-2000
Condizioni meteo: sereno
Vento: avvertibile
Temperatura: +22°C
Trasparenza: ottima
Seeing (Antoniadi) 3 Buono

Il sito di osservazione consente l’allineamento col Polo celeste puntando la Stella Polare, sfruttiamo con piacere il cannocchialino presente nella montatura Kenko NES. L’assestamento termico ha una durata trascurabile in quanto la temperatura esterna è superiore ai 20°C; in caso contrario penso si attesti attorno ai 20 minuti. Punto subito una stella ad alto ingrandimento (Alpha Bootis) per assicurarmi del centraggio delle ottiche (eccellente) e per provare la stabilità della montatura, davvero buona. Devo premettere che parlando di rifrattori sono un po’ tradizionalista, vale a dire che a me piacciono quelli con la focale lunga e quasi inorridisco a pensare che ho tra le mani un APO aperto a f/6 o giù di li… mi sembra di guidare una moto da corsa col cambio bloccato in seconda!! In realtà, come vedremo, ciò rappresenta un limite solo psicologico, i forti ingrandimenti sono comunque raggiungibili grazie alla qualità senza compromessi degli accessori che è bene equipaggino strumenti di questo calibro. Impietosa la situazione di visibilità dei pianeti; non se ne vede uno neppure a pagarlo a peso d’oro! Per il test ripiegheremo su Luna (piena), stelle doppie e profondo cielo.

PROFONDO CIELO
Si osserva con una certa foga visto che nell’arco di poche ore sorgerà la Luna quasi piena, anche se osserviamo da un centro urbano e non abbiamo certo il cielo di La Palma… M67: molto spettacolare all’oculare UWA8.8 (69x e oltre 1 grado di campo) si contano tantissime stelline puntiformi. M44: descriverlo è sciuparlo… M35: idem c.s.! M51: un pelo deludente, causa inquinamento luminoso; la situazione migliora con l’uso di un filtro deep sky. M31 e M33: impressionanti all’oculare Lantanium 22 (27x e 2.5° di campo) anche se l’inquinamento luminoso sottrae un po’ di “cavalli” al nostro motore. M3: eccellente sia all’UWA8.8 che al Lantanium 6 (102x) anche se leggermente “impastato; con l’uso della Barlow e col conseguente aumento dell’ingrandimento si risolve maggiormente l’ammasso. M5: vedi M3. M97: nettissima con un filtro OIII, ma gli “occhi del Gufo” si lasciano desiderare. M57: ancora un po’ troppo vicina all’orizzonte (e con la Luna che inizia a fare capolino) secchissima col filtro OIII a 102x. M81/82: con la stessa configurazione usata per M31 sono uno spettacolo; sotto un cielo buio si potrebbe tener dietro anche i superbinocoli (che si scordano l’ottica magnifica del Traveler).

STELLE DOPPIE:
In circa 1 ora ne avremo osservate una trentina ma purtroppo nessuna di esse era “al limite” della separazione di questo rifrattore, che dovrebbe avere un potere risolutivo effettivo di 1.1 secondi d’arco. Tuttavia è stata verificata la straordinaria acromaticità di questo telescopio; nessun alone strano attorno alle stelle, figure di diffrazione da manuale e puntiformità delle selle mai vista prima. Anche introducendo una lente di Barlow (obbligatoria, vista la focale cortissima) Tele Vue 2” non si manifestava alcuna aberrazione. Ho trovato particolarmente spettacolari Gamma Virginis, Epsilon Bootis, Kappa Geminorum, apprezzando i colori delle singole componenti. Tutte le osservazioni sono state eseguite con Barlow + oculare LV6 (200x) oppure OR5 (240x).

LUNA:
Luna piena vecchia di 1 giorno con un vento non forte ma fastidioso; queste le circostanze del nostro test lunare. Ci siamo concentrati maggiormente sulle formazioni a ridosso del terminatore, verso occidente (verso il mare Crisium per intenderci). Proprio il mare Crisium è stato il primo bersaglio, col terminatore d’ombra che quasi lo spezzava in 2 con una luce radente che era una bellezza. Le immagini che passava l’oculare LV6mm + barlow (200x) erano stabili nonostante la turbolenza e molto secche; sensibile aumento dei contrasti con un filtro gialloverde #12. Molto suggestive le visioni di Posidonius e Furnerius, quest’ultimo ricco di piccoli rilievi, simili ai domi; per vedere oltre abbiamo provato con successo i 240x e successivamente i 300x offerti da un OR4 Vixen ma purtroppo a causa della turbolenza non abbiamo conseguito miglioramenti di rilievo. Ricordiamo però che siamo ben oltre la famosa teoria dell’ingrandimento massimo (per i rifrattori dovrebbe corrispondere al doppio del diametro in mm) ed in condizioni di calma atmosferica sono convinto che il Traveler potrebbe reggere potenze assurde per la sua apertura. Ci siamo poi soffermati su panoramiche mozzafiato con l’oculare UWA8.8 e successivamente abbiamo interrotto le osservazioni causa il sopraggiungere di una fastidiosa “nuvolaglia”.

NOIE ED INCONVENIENTI
Nessuno

CONCLUSIONI
Avrete già capito che ci troviamo a tu per tu con uno strumento realizzato per chi pretende il massimo, senza compromessi. Astro-Physics ha interpretato alla perfezione le esigenze degli astrofili disposti a tutto per avere tra le mani il massimo a disposizione. Il prezzo è elevato (L. 9.600.000 solo tubo) anche se mi guarderei bene dal definirlo fuori mercato; gli strumenti di pari categoria sono commercializzati ad un prezzo non molto dissimile. Una caratteristica di tutti i prodotti Astro-Physics è l’importazione in numero limitato, che non di rado costringe all’attesa l’acquirente. Il più pericoloso dei concorrenti è senza dubbio il Takahashi FS102 Fluorite Top, un’ottica eccellente, supercollaudata e famosa in tutto il mondo, prestazionalmente certamente a livello del Traveler ma con quel pizzico di funzionalità in più dovuta alla maggiore focale, e come se non bastasse costa anche meno. Prestante e competitivo l’APM Fluorostar, peccato la difficile reperibilità. Il Vixen FL ha il più conveniente rapporto costo/prestazioni anche se non può certo definirsi uno strumento esclusivo, otticamente al top ma come fattura è analogo ad altri Vixen di levatura ben più “alla mano”. Gran bomba il Pentax SDHF, sul nostro mercato da un paio d’anni ed apprezzatissimo anche dagli astrofili più esigenti; prezzo nella media. Chi sogna un astrografo potrà sfogarsi col capolavoro di Al Nagler, ovvero il Renaissance 101 Tele Vue, chiamato a sostituire il vecchio Genesis IV. Tra i concorrenti esaminati soffre un po’ l’ottica Meade 102ED in quanto è un semplice doppietto semi-Apo; tuttavia è dotato di una montatura da fantascienza, talmente robusta che di rifrattori da 102 ne potrebbe sostenere 4 senza fiatare, ed è pure computerizzato. Nessun commento per lo Zeiss APQ, probabilmente il rifrattore commerciale più perfetto mai costruito, ma quale occhio e quale CCD riuscirebbe ad accorgersi delle sue ottiche da 1/30lambda?

CONSIDERAZIONI PERSONALI
Credo sia risaputo ovunque che i rifrattori APO siano strumenti eccellenti ed imbattibili a parità di apertura, anzi non sono lontani da strumenti a specchio di diametro quasi doppio. Purtroppo questi gioiellini costano veramente troppo, tanto che spesso l’astrofilo (come dargli torto?) preferisce orientarsi verso telescopi Schmidt-Cassegrain da 200mm commerciali che pur costando molto meno danno risultati simili (in alcuni casi anche superiori). Se poi si volesse a tutti i costi spendere la stessa cifra restando su strumenti commerciali, potremmo orientarci verso un un Meade 10” LX50 (L. 8.900.000 completo), un Celestron G9 1/4 (L. 4.100.000 s.t.), oppure un Intes Mak-Newton MN71 DeLuxe (L. 4.500.000 s.t.); con questi telescopi tra le mani potremmo dimenticarci degli APO senza infierire pesantemente sul nostro conto in banca…